(nel film Roma di Fellini)
Vidi ieri notte in Roma
(ma è notte ancora, di nuovo
notte) la danza
dei manichini, automi
in paludamenti d'oro
e orgia di colori;
e mitrie sul vuoto, oscillanti,
e paramenti a nascondere
agli occhi pii e atei dei preti
la morte.
E la morte
insinuosa prima
nelle parole già morte
del cardinale, (che poi nel sonno
era appena una presenza
animale in vesti di fiamma);
la morte emersa alla fine
nel gruppo esterrefatto e ridente
dei teschi, a continuare la danza
(forse in durata di secoli ancora
per la legge d'inerzia);
morte a precedere
l'unica apparizione finale:
il ritorno sul trono
alto del grande
imbalsamato
m mezzo a suoni e trombe e ancora
colori:
ancora
indorata morte,
sola morte onnipresente
e vittoriosa:
e un brivido
di pietosa isteria,
e nulla più.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)