Tornavamo dai lagers
come torrenti in piena
verso la terra del sole.
Tutti i volti erano in pianto
e il cuore impazziva
nella «paura»
di sentirci liberi.
Un nembo solo di cenere
avvolgeva morti e vivi
in cammino sulle strade d'Europa.
Ma non sapevamo, Signore,
quanto è difficile
essere liberi.
Era bene che pure i vincitori
fossero uccisi,
libertà non sopporta vittorie.
Ritorna, Signore, e disperdi
quanti hanno nuovamente
ucciso i milioni di morti:
anch'essi sono divenuti
assassini, hanno superato
I‘infamia dei vinti.
Ritorna, Signore, e uccidi
tutti i potenti: maledetti
che usano perfino i l tuo nome!
Almeno gli ultimi
poveri del mondo
conoscano solo inni di pace.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)