Questo è tempo
di poeti senza ascolto.
Profeti senza Dio
ci consola appena la certezza
di queste città prossime a morire.
New York è ormai
una Geenna sola
e Pechino e Mosca
saranno i nuovi forni crematori
di un unico immenso lager,
ma non vediamo nessuna apocalisse.
Libertà è ormai uccisa
moltitudini fuggono
non sanno dove
gridano non sanno cosa
domani incendiano roghi
di litanie nere d'amore
senza amore,
non ci sono più fanciulli
e amanti.
Non più un canto
per un giorno di vigilia,
almeno un giorno che abbia
un segno di gioia:
«oh, non entreranno nel mio riposo!».
E al ritorno dalla festa a sera,
un solo serpente d'acciaio
sferraglia
sulle strade
per tutta la notte
allucinata.
Dentro la spirale
perfino un dio
urlerebbe di vertigine...
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)