Salmi penitenziali per la Settimana Santa del 1946 III-IV-V

26/03/2024

3
Ma troppo mi è vivo il ricordo
della tua gioia,
ancora fiuto nell'aria
il tuo polline.
 
E la tua grazia inesorabile
mi fa sconvolto, ubriaco.
 
Tutta la gente è fermentata
ormai, e i muri, le colonne
e i marciapiedi: più non tornano
le previsioni.
 
4
Pure m'è fraterna questa voce
di mare; e le sue onde
distese fra le pietre
pallide del litorale;
 
pure sulle sponde in fiore
in questa calura dolce
primordiale, ove la carne
dorme quieta sotto il sole,
mi trascino dietro il ricordo
di me stesso;
 
io non posso dimenticare
la città del mio Sacerdozio,
l'amore che porto alle sue strade
alle sue case abbattute...
 
Invece esasperante la presenza
di questi ulivi senza bacche
e la spezzata chioma delle palme.
 
5
Invece tu sei un Dio muto
l'Essere che non ha pietà.
Forse tu avevi bisogno del nostro
dolore, di questo pigmento
commosso d'uomo?
 
Oh, allora non maledirmi
se io riuscirò coi miei gridi
a rompere la tua pace
a comunicarti il nostro pianto.
 
E non desisterò fino a quando
le tue creature non siano
tutte nella tua gioia
e tu travolto ancora
nel nostro peccato
e nella nostra morte.
 
                              (da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)
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