Francesco, o serafino con poca carne,
anch'io persi e consumai
miseramente il tempo.
Fuochi di bengala
irradiarono i campi
della mia giovinezza.
M'è toccata in sorte
la colpa amara
che non ha fine.
A te invece il cielo si aperse
a primavera
e la carne consumò
nel roveto ardente.
Oh, se tornasse, se tornasse il Signore
nessuno più gli negherebbe un fiore,
un ramo di palma
e i mantelli che ci pesano.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)