E mai uno che sappia quale
nome più gli convenga:
baluginosa Presenza che acceca
come i raggi schiantati del sole
a mezzodì
sulle rocce salate
del mare morto.
O come un punto nero quando
impotente assisti alla pagina
che si fonde in danza di segni
e solo, appunto, quel punto
nero emerge, punta
di lancia a ferirti
le pupille.
Ora indistinto per troppa
chiarezza, ora quale
in nebbia di luce ombra
immobile, e tu pure
immobile, di stupore:
non una immagine mai.
Solo «occhio», ricorda,
che ti guardava
dalla volta della chiesa
fin dall’infanzia, e poi
dall’architrave della cella,
dal punto più alto
del cielo
nella notte buia.
Né ragioni di fuga persuadono,
«perché anche laggiù Tu sei».
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)