Le mani ricomincino a pregare
per somigliarti nel silenzio almeno
e non turbare con parole
empie la tua
decisione segreta.
E tralascia, se puoi, di ferirmi,
un verme è dentro le ossa mie,
vedi, o pietà, di concedermi tregua.
Le tue dita m’infiammano le piaghe:
attraverso quali grovigli di sventura
tu ricomponi la tua armonia.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)