Fino a quando ti aggirerai
per questa selva di pensieri?
Tuo asilo sono i recessi
inesplorati del cuore
Tue strade le vene oscure,
tu e io siamo un paese
solo, ancora ignoto.
Signore, che io veda
almeno le ragioni
di una gioia o di un dolore
sempre stranieri.
Potessi scendere alle radici
di erbe che fanno
di me una steppa selvaggia
e liberarmi dall’amara palude.
Fammi dono di essere
uomo libero
consumato nel canto.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)