Come dopo l'assedio

22/02/2024

Da una torre di silenzio
ordinavo sulla carta le mie vie:
un ampio fossato doveva
difendermi dalla città.
 
Ma appena calato il ponte
levatoio entravano
i diavoli a legioni
e infranta era,
come fine cristallo, la pace.
 
Allora me ne andavo per le piazze
in direzioni da me non volute.
Chi mi portava avanti,
chi mi spingeva
per labirinti di strade
senza mai uscire
ai campi liberi?
 
Muto e sgomento
muovevo le labbra
di contro agli eventi
senza emettere un suono:
argine mi vidi corroso
da contrastanti acque.
 
Ma poi, disseccata l’onda,
Egli come sole rideva
sulla fanghiglia.
 
                  (da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)
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