I
E poi sempre finito
nel grande Vuoto,
e cantare
evanescenze…
Ora come un tempo, solo
con più amarezza: il gioco
non incanta più.
II
Non so se altri passino
per uguali gorghi
di vertigini:
essere-non essere, avvertire
di esistere appena:
e il corpo
che non ha confine,
e tu
perduto nell’illimite…
III
E consistere mai!
non c’è approdo,
non c’è fine…
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)