Desolazione vince il pudore
di tacere: illuso
di non starnazzare più
a un metro appena
dalla palude.
Necessità ti lacera dentro
spada affilatissima.
Ti esalta dapprima la lucida
visione, accecandoti
nel candore dei segni e la bellezza
del suono: versi che neppure
in sogno ti parvero mai
così reali…
Poi nulla! Tenebra
e smarrimento!
E pena incoscienza
d’esistere.
Sono queste da tempo
le mie estasi,
rapimenti finiti nel Nulla!
Ma sarà così per sempre?
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)