Pur traendoci Tu con la tua volontà
di essere che mai
finisce di donarsi, mai
che l’informe si arrenda
e che sia vinta la tenebra: mai
abbattuto il confine del sesto giorno!
Anche a te
il settimo giorno
è un sogno…
Tu non puoi non puoi non
continuare ad alitarmi in faccia
il tuo Spirito se vuoi
che un coscienza
continui a pensarti:
a riconoscere che tu sei! Né puoi
non librarti instancabilmente
sull’abisso:
Tu infocato oceano dell’essere,
noi tua unica sponda: segni
venuti dal Nulla appena
«istanti» sulle onde…
Che se coscienza dispare,
sei solo Tu
a perdere,
Signore.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)