UN ROMBO DI PAROLE HA VINTO

25/05/2023

                                   25 aprile 59
Sotto gli occhi fan grumo
lacrime e fango dei morti
erranti per le città.
Ora più soli dei cani,
svagati nei bar a guardare
tutti e nessuno,
o fermi alle porte di casa.
Sono innumeri volti
allora allucinati da speranze
e furori troppo a lungo repressi.
Scendevano dai monti
o sorgevano dal selciato
rotto, e cantavano
per dimenticare fame
e derisione di fratelli
e celare al nemico
la penuria di armi.
Non avevano armi e pregavano
per te, Italia: «O umile
Italia, ti liberiamo.
La paura ci ha abbandonati
vivi in mezzo alle macerie».
Di nuovo lasciati soli
dalle città ritornate a festa.
Ma non chiedono
nessuna vendetta o pietà.
 
         (da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)
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