PIAZZA DELLA RESISTENZA

13/04/2023

Siamo composti con brani di morti
uguali a città
rifatte da macerie di secoli.
 
Allora al comune bivacco eravamo
tutti disperati e volevamo
morire per sentirci più vivi.
 
Abbiamo ricostruito i ponti e le strade,
rialzate le case in trincee d'assalto
nel campo minato della città.
 
Non questo certo era l'augurio!
La nuova parola è stata uccisa
dal piombo sulle bocche squarciate.
 
Una mediazione invocavano morendo
tra l'avvenimento grande e la sorte di ognuno,
l'avvento attendevano dell'uomo umile.
 
Ma noi rimpiangemmo le vecchie catene
come il popolo ambiva nel deserto
l'ossequio al re per le sicure ghiande:
 
non vogliamo Ìl rischio di essere liberi,
il peso di dover decidere da noi
e l'amore di farci poveri.
 
Da sotterra urlano i morti
e per le strade vanno
come nell'ora dell'agonia di Cristo.
 
Per le strade vagano i fratelli
senza casa, liberi
d'ogni ragione d'essere morti.
 
La notte è simile al giorno
il bene al male s'eguaglia,
spoglio quale una pianura d'inverno.
 
         (da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)
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