O FINALMENTE COLOMBA BEATA

10/04/2023

Porterò dell'amore i vessilli nella carne
mi fermerò ai lati delle strade
stenderò le mani ai viandanti
perché ognuno veda la sua violenza
devastatrice; le ferite nella sera
fiammeggiano di luce e sangue.
— Ma tu, o Amato, o mio Innominabile,
tu sei ancora impassibile e lontano.
 
È tornata la notte, la insonne sorella notte
della prima mia adolescenza. Ora i giorni
fanno un lago remoto nella memoria,
— Ma tu lasciami almeno i ricordi,
queste macchie di sole dentro la fitta
selva dei nuovi pensieri:
il volto di mia madre, la campagna
ove fanciullo pascolavo il gregge;
e poi i l grido delle vie lacerate,
l'ultimo saluto degli amici deportati,
il mucchio degli uccisi
in mezzo al piazzale della città.
 
Il tempo è la tua bocca che divora
le nostre vite; di noi neppure il corpo
avanzerà. Appena il desiderio
avrà traversato ogni cosa
morremo. E sopra ci passeranno
millenni prima di risorgere.
Per millenni saremo la terra intera
a desiderarti; e tu, nascosto
nel tronco delle piante,
ci farai ugualmente
impazzire d'amore.
 
È tornata la notte, la regale e invincibile notte
che t'avvolge gelosa come un'amante.
Potranno ancora i polverosi piedi
inoltrarsi nel deserto ove s'annulla
ogni traccia d'umana presenza?
— Ma tu, tu solo rimani nel fuoco
della sabbia viva sotto le piante nude.
Potrà l'amore pellegrino durare
a quest'attesa lunghissima?
 
Così mi sento ancora vivo nella morte
già adulta e certa. Così mi sento
morire e sopravvivere, eterno miracolo
di un gioco che non ha fine.
 
Ora so, il cuore, i l cuore soltanto,
ferito a morte, è il nido ove trascorri
la tua notte, o finalmente
Colomba beata.
 
         (da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)
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