Ma non chiamate geloso il Signore.
Dovere è di adorarlo nella terra viva
(le colline respirano e gemono)
e sentirlo nella voce del mare
(il mare è quanto più gli somiglia,
inquieto e immortale)
e amarlo nei colori tristi dell'autunno
(nessuno dica umana la passione
così dolce dell'autunno).
Ma solo dentro a te lo sentirai
farsi parole e mani e voce.
Sul corpo tuo volteggiano angeli
come intorno a una chiesa.
È il corpo la via
alla sua emigrazione
e di lui sono i tuoi occhi,
o casa nuziale del Signore.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)