EPPURE MI TENTA ANCORA

05/02/2021

Eppure mi tenta ancora
questa avventura
del Figlio Prodigo. Prima
era un dovere.
Potere un giorno
dire coi sensi che le cose
gridano a un essere più alto,
a una più alta gioia;
che esse sole
non erano sufficienti.
Dovere di sacrificare
quelle stesse cose
che sono divine,
di consumarle in noi stessi
al fine di una creazione
che è nostra.
Oh io l’avrei fatto
se Egli non avesse parlato.
E se resto, non mi lamento
come il fratello maggiore
che non comprende la ricchezza
di quel figlio
che ha tutto perduto.
Era bene che uno Gli portasse
l’omaggio delle donne
anche da quelle strade;
sacra è la bellezza
di tutte le creature
e uno doveva raccoglierla.
Difficile era credere
senza provare,
sono i sensi il tempio
di una incrollabile fede.
E dentro la Sua casa
non sempre l’uomo intende.
E anch’Egli ha lasciato
il seno del Padre,
e si è commosso di noi
e ci ha amati
perdutamente.
              (da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988” – pag. 37-38)