Benedetto sei, o Dio, che dall’eterno
vedi immutabilmente
questo mutarsi d’astri e di pianeti:
il volere noi ti doniamo – unico,
oltre il pianto, dono che ci resta –
perché tu l’affranchi nel Volere eterno:
pietra a cui percuote il sanguinante
piede d’ogni cammino, a cui ogni onda
si frange e ogni ala.
A noi, ribelli, libertà sol resta
per altro male: amore e morte
or ci contendono in vicenda atroce.
(Cristo, salvatore del mondo,
tu ci porti tutti sulla croce,
la tua e nostra vita un fiume solo.)
E chi cade a suo danno giace
e trae seco l’universo intero:
Cristo, tu segnaci col sangue
di tua Madre nel nome
del Padre e dell’Amore ferito
che ci fa piangere…
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)