UN CASTELLO IN MEZZO AI CAMPI

11/08/2022

Una spirituale luce
affila il profilo dei monti.
Oggi di certo noi siederemo
sul prato in riva al fiume.
 
Lento il sole cammina per l'uliveto
e ricama ombre leggere alle pietre.
In questa pace azzurra
distesa sulla terra, finalmente
sento di non più appartenermi.
 
Mio male era la solitudine
che mi teneva distinto da queste
creature vive. — O Dio,
comprendimi tu che portasti
lo scherno di nostra ragione:
 
non piansi il tuo dono, né alcun pentimento
provai di sentirmi creatura;
la siepe che chiudeva il mio orto
io piansi. — Ora ti sento adagiato
sulla terra come uno di noi
e mi tieni vicina. Io tesi
le mani non sognando invano,
tutto il mio corpo ti offersi
in riva al mare (ricorda!)
perché tu componessi i tuoi canti.
 
Che amare attese, che pianti!
Ma ora ho sentito il tuo lungo
bacio e le nostre carezze ai capelli
non più scomposti dal vento:
l'erba era cosi dolce, la corteccia
degli alberi quasi carne.
 
Una dimora nuova abbiamo innalzato,
un castello in mezzo ai campi
all'anima e ai sensi ornati a festa.
 
E le colonne fioriscono dalla madre terra
e dall'alto luce e luce piove
e gioca diffusa tra gli archi
e consuma ogni limite.
 
Tu come divino tempio
finalmente mi abiti,
o mio prigioniero, Gesù.
 
                             (da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)
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