Era sul mare una sera.
Alla finestra del mio convento
seguivo lo scroscio dell'acqua
attraverso una luce mai vista.
Forse, dicevo, questa notte viene:
ora vuole lavata la spiaggia
l'aria la terra. Poi viene.
Era una divina bufera.
Il fico squarciato
le vele e gli alberi trafitti
e remi e cordami portati al largo.
Ripeteva il segno di croce
l'uomo del mare.
E tutta la notte sentivo
il gorgoglio delle grondaie.
Alla finestra aperta vibrava la luce
infranta sul dorso delle onde.
Di mattino la comune vita riprendeva
a ridere. E io appena vestito
della veste nuova a cercarlo
forse naufragato
su tutte le riviere.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)