Essi ti hanno salutato
e non sapevano
di cosa ti derubavano.
Forse rami inconsci,
divelti dall' albero;
ovvero potati
da incisione necessaria.
Essi ti hanno lodato,
ti hanno biasimato,
svuotato;
ti hanno dimenticato
alla prima svolta della strada,
felici di andare;
e la gioia mia velata a gocce
nel sangue loro.
E mentre se ne andavano
li portavi dentro,
e intanto la porta,
ogni notte, rinchiusa,
quasi pietra sul tuo sepolcro.
E domani ritorneranno a rubarti
da mezzo la cenere dei tuoi giorni
le perle incorruttibili,
e si sparpaglieranno di nuovo
lucenti nel sole
E tu, finito di morire
non sarai che dispogliato cadavere.
Signore, sono ognuno di loro,
sono tutti insieme, popolo intero,
sono cava creatura,
fatto cenere dal Tuo amore.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)