Notte troppo vasta,
pianura lugubre
ove son nato, paese mio
senza montagne, senza una pianta!
Questa interiore notte
ove luce nessuna rompe
un attimo la tenebra compatta;
questa notte, coltre di morte,
immobile mare ove il grido
è rottame inutile.
Notte nemica, ove nessuno
è presente a segnare il punto
del tuo viaggio:
nessuno a dirti la distanza
della terra , del cielo,
mia notte, spazio no di vita
non di morte,
ove non è dato sapere
se una qualsiasi speranza d’approdo
sia ancora possibile:
questa inanimata notte
è mia dimora, Signore,
il mio elemento ove m’immergo:
e Tu, Tu, o Assente,
la mia lontanissima sponda.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)