Ancora geme il suo cuore trafitto:
«Venite a me, riposatevi un poco,
o voi che siete oppressi e stanchi,
e sarò io il vostro ristoro.
Vi farò nuovi uguali all’alba
che sempre nuova si leva sul mondo,
uguali al fiume che scende dal monte,
o come luce mai stanca di splendere.
Posate il capo sul mio costato,
sarà il mio cuore il vostro giaciglio,
e sarà come adagiarvi nell’Eden
mai più, mai più oblierete i miei battiti!...»
(da “la nostra preghiera”)