I
La gioia che mi porta la Notte,
dopo l'intramontabile giorno!
Deporre allora la maschera è un rito,
entrare dentro il tempio, il cappello
in mano, andarle incontro
dir preghiere senza parole...
E nel lucido buio, uguale
a un luminoso vuoto, pensare,
ma non sai a che cosa: poi
la dolcezza del dormire:
sarà così la sua venuta?
II
E celare il bisogno di compassione
desiderare presenze amiche
voglia di solitudine e sentirsi
triste fino al pianto
perché nessuno è venuto:
così giorno dopo giorno
sempre in attesa...
III
Ma non è indifferenza, amici,
virtù che non mi appartiene!
Ancora lo spalto mio
è una frontiera:
orrenda è l'aggressione
selvaggia la mischia
i colpi non hanno misura:
ma l'olio più dolce alle ferite
è la vostra amicizia, o cari,
quando fede dà senso anche all'assurdo.
( da "Nel lucido buio")