Qualcuno ti dica quali
saranno le già da tempo
decise
torture:
come ti sentirai adagio
adagio
disintegrarti
e precipitare
in abissi sconosciuti:
lentamente
inesorabilmente
sospinto da vertigine
in vertigine,
e poi in gorghi
di vertigini.
Non saprai se sarà di giorno
o di notte; e quando
sarà successo,
o che cosa:
se di sera o all'alba.
Non saprai, non saprai
mai
che ora sia
e di quale giorno (o notte)
in quale mese e anno:
se dopo un frammento di tempo,
o anni: calendari
interminabili di anni
passati lentamente,
0 precipitosamente.
E non riuscirai nella mente
A raffigurarti un punto,
un punto solo
nella memoria
cosa hai pensato prima,
cosa hai enucleato poi;
un punto,
appena una figura
una macchia fissa
nella memoria:
che servisse da inizio
di racconto: «Allora...».
O appena un numero: uno
poi due, e tre, e cinque
e cento: allora
anche i numeri
si rovesciano e franano
e si confondono
e tu riprenderai da capo
ma inutilmente
inutilmente.
Allora scuoterai la testa:
questo lo avvertirai
ma appena, forse,
per un momento.
Poi
continuerai a scuoterla
senza essere certo,
e ti fermerai a pensare:
se sia vero,
ma cosa?
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)