I
Giona però si mise in cammino
per fuggire a Tarsis,
lontano dal Signore.
(Gn 1,3)
Giona, piccolo profeta,
fratello mio e amico
di sventura, Giona
dove vai?
Non andare a Tarsis.
Tarsis è nell'Occidente,
l'Occidente è la notte
la tomba della luce:
Non andare a Tarsis,
Giona, o colomba
di Dio!
Fuggire, fuggire,
Dio è una rovina:
Fuggire dove?
Ovunque,
ma non in Occidente.
II
Ma il Signore scatenò
sul mare un forte vento…
(Gn 1,4)
Hai preso pure il biglietto,
onesto anche nel male,
ma che serve?
Non hai pensato al mare,
al profondo mare,
all'infinito
imprevedibile mare:
profeta, neppure tu
conosci il mare!
E il vento,
e la tempesta
sul mare, questo
oscuro mare...
Giona, sbigottita
colomba, alla bufera
non hai pensato.
Ora sottocoperta o giù
nella buia stiva, vai,
vai a cercare salvezza
nel sonno.
III
Mentre Egli se ne stava a poppa,
sul cuscino, e dormiva...
(Mc 4, 38)
(Un Altro, un giorno,
dentro la stessa
tromba marina
— ma quando,
quando avrà pace
il Mare? —
un Altro, a poppa, il capo
sul cuscino,
stanco
dormirà!
Ma dormirà dopo,
solo dopo
avere obbedito:
dopo che aveva
gettato a piene mani
a parola al vento.)
IV
Intanto Giona, sceso nel luogo
più riposto della nave...
(Gn 1, 5)
Quando il mare e il vento e la bufera
e i marinai impauriti
eseguivano tutti
un unico disegno:
− perché bisogna,
è necessario,
è volere (oh,
vocazione!)
Invece tu
in fuga verso l'Occidente…
E non pregavi,
e sapevi,
o profeta, solamente tu
chi era
il Signore del mare.
V
I marinai impauriti
invocavano ciascuno il proprio dio…
(Gn 1,5)
Sempre più il mare infuriava
e gli uomini cercavano perduti
di raggiungere la riva,
sempre più ingrossava il mare.
Non basta, non basta
la pietà di nessuno
a placare i l mare,
né basta
ad alleggerire la nave
gettare ogni cosa in mare...
«E a voi non altro segno sarà dato
che il segno di Giona profeta.»
VI
Giona restò nel ventre del pesce
tre giorni e tre notti...
(Gn 2, 1)
«Mi hai gettato, Signore,
nel cuore del mare,
tutti i flutti e le onde
mi passarono sopra:
l'abisso mi ha inghiottito,
l'alga si è avvinta al mio capo,
sono sceso alle radici dei monti!»
— Poi il grande pesce...
VII
E dopo si fece un riparo di frasche
e vi si mise in attesa di vedere...
(Gn 4, 5)
E poi solo
nella grande capitale
a camminare
secondo il vento:
«Ninive, ancora
quaranta
giorni
* più non sarai...».
E dopo,
uscito di città,
fermo a oriente
sotto le fronde
ad attendere…
VIII
E invece Dio mandò un verme
a rodere il ricino...
(Gn 4, 7)
Ma non accadde niente:
«Dio, impossibile
andare d'accordo...»
Accadde anzi
che la pianta di ricino,
cresciuta a dargli ombra,
inaridì:
sentiva un rosicchio di verme dentro
e un vento appena levatosi
che attorcigliava afoso le foglie:
avvenne che non ci fu
più ombra sul suo capo:
e piangeva per la pianta.
IX
E il sole colpì la testa di Giona che
si sentì venir meno e chiese di morire...
(Gn 4, 8)
Giona, piccolo
profeta, non ti è dato
neppur di morire:
o colomba di Dio.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988” – pag. 521)