a don Angelo Casati di Lecco
Perché nessuno saluta?
Sulla stessa via
tutti stranieri.
Una minuta pioggia ti isola,
appena qualche uccello dalle piante
sospira al tuo rumore.
Una pecora sola,
sul clivo di Rancio
bela al tuo passaggio:
gemito più che umano,
a segnare
la solitudine di tutti.
Siamo soli,
soli, amico, né vale che tu grida
«fratelli» dall'altare,
o che tutti s'affollino
allo stesso ciborio.
Nessuno, nessuno saluta
in questi termitai che sono
le nostre città.
Tutti murati in selve di condomini
più soli di quanto
lo siamo nei deserti
dove pare non abiti più
neppure Iddio.
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)