Dio, sei il mio respiro
e non so chi tu sia:
lo dica qualcuno, dica
almeno cosa sei, o Ruakh?
Dio, ho paura di urtarti:
e non so ove tu sia,
dove incontrarti.
Dio, ho paura e ti amo
perché mi salvi da ogni paura:
Dio, mia pace e mia
terribile Notte.
Dio vicino assente lontano,
io ti parlo e tu...
O tu che conti le stelle nei cieli,
e gli uccelli nelle foreste,
e i viventi del fondo mare,
chi sei?
Appena il sussurro
del rabbrividente silenzio,
il vento leggero
sopra le messi all'alba...»?
(da “O SENSI MIEI… POESIE 1948-1988”)